La città? Meglio «intelligent» di smart. Ecco perché
Articolo pubblicato venerdì 16 Ottobre 2020

La differenza la fanno le persone e il loro coinvolgimento. In italiano si traducono entrambe con «città intelligente», ma smart city e intelligent city non sono la stessa cosa e, tra le due, sarebbe meglio parlare di intelligent city.

L’intelligent city, una città che integra elementi cosiddetti hard (infrastrutture e tecnologie) ed elementi soft (capitale umano e intellettuale) e in cui questi ultimi costituiscono il principale motore della co-innovazione, l’unico processo che, coinvolgendo attivamente i cittadini, è in grado di mantenere la promessa di rendere la loro vita migliore, più semplice e più sicura. Le nuove forme di mobilità, di edilizia, di didattica e altro sono “solo” le applicazioni smart della città intelligent. È questa la definizione che City Vision promuove.

Se l’intelligence, infatti, in inglese è la capacità di imparare, comprendere e pensare in modo logico, la smartness è la sua applicazione concreta, la capacità di usare l’intelligence nella vita quotidiana. Dunque, parlando di smart city, invece che di intelligent city, si focalizza l’attenzione su progetti concreti piuttosto che su ragionamenti astratti, anche per evitare che questi ultimi rimangano tali. Il problema è che spesso aziende e istituzioni hanno finito con il concentrare le energie quasi esclusivamente sull’innovazione tecnologica, dimenticando di coinvolgere i cittadini.

Allora forse è il caso di recuperare un po’ di intelligence: di ricominciare a ragionare e di farlo in termini di co-innovazione. Come si può, infatti, costruire una città capace di rispondere in modo più efficace ai bisogni dei suoi abitanti se questi ultimi non vengono ascoltati e resi partecipi del cambiamento? Una città più sostenibile, più sicura e meglio amministrata, come la definisce la Commissione europea.

A City Vision si vuole creare questo tipo di città (co-innovativa e intelligent, con applicazioni smart), grazie al confronto tra persone e alla presentazione di progetti. Per la costruzione, però, servivano delle fondamenta solida. La mancanza di una definizione condivisa di città intelligente, le ambigue differenze tra intelligent e smart non lo erano. Ma ora che si è fatta chiarezza i cantieri si possono aprire.

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