Comunità energetiche rinnovabili: è questo il futuro contro il caro bollette?
Articolo pubblicato martedì 12 Aprile 2022

Ottenere e utilizzare l’energia rappresentano tra le sfide più importanti del decennio. Se non del secolo. Gli obiettivi sulla transizione ecologica e sulla riduzione della carbon footprint sono condivisi a più livelli. Ma il percorso non è in discesa e ai singoli cittadini è richiesto anche un cambio di mentalità per passare delle parole ai fatti. In Italia esiste un movimento che sta partendo dal basso e che trova nelle comunità energetiche rinnovabili un interessante modello con cui confrontarsi. In un periodo in cui si discute molto di dipendenza energetica dall’estero – si veda il dibattito sul gas russo – e delle scelte miopi compiute in Italia, famiglie e imprese possono se non altro avviare una transizione propria, mettendo insieme le forze per l’ambiente, il portafoglio e la propria comunità. A dare un framework legale a questo movimento ci ha pensato il decreto Milleproroghe 169/2019. Nel documento è l’articolo 42.bis a stabilire che “è consentito attivare l’autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili ovvero realizzare comunita’ energetiche rinnovabili”.

Come si legge sul sito di Enel X – dove vengono spiegati anche i passaggi per attivare una comunità energetica rinnovabile – queste associazioni si distinguono perché non puntano al profitto e nascono dalla volontà condivisa di un gruppo di persone (fisiche o giuridiche) che vogliono impiantare strumenti per la produzione di energia sostenibile. In base alla norma sopracitata, “i soggetti partecipanti producono energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 200 kW” e “condividono l’energia prodotta utilizzando la rete di distribuzione esistente”.

L’Italia sta imparando da poco a conoscere le comunità energetiche rinnovabili. Come spesso accade sui temi legati alla sostenibilità, altri paesi europei hanno fatto da apripista, dimostrando la bontà e l’efficienza di certe scelte, un tempo giudicate forse naif e oggi ritenute lungimiranti. Secondo l’osservatorio Energy & Strategy del Politecnico di Milano, la pandemia (come su tanti altri versanti) sembra aver dato un accelerata verso il modello in questione, al punto che le stime parlano di 40mila comunità energetiche in Italia entro il 2025, composte da oltre 1 milione di persone e 10mila PMI.

La decentralizzazione di cui tanto si parla nel mondo digitale è dunque già possibile nel campo energetico grazie all’azione delle comunità energetiche. Come ha spiegato il Sole 24 Ore è nata anche una nuova figura, il prosumer: produttore e consumatore si identificano nella stessa persona. In Sardegna sono state costituite due comunità energetiche rinnovabili (a Villanovaforru e Ussaramanna) con un centinaio di membri fondatori. Forse è anche da qui che può partire un nuovo senso di comunità che, come ci ha spiegato di recente Paolo Verri (già direttore generale della Fondazione Matera Basilicata 2019), possono contrastare la scomparsa di corpi intermedi nelle nostre città. Gruppi che producono insieme energia rinnovabile sono un terreno fertile per città davvero intelligenti.

Articoli correlati

Accessibility for Future 2025: innovazione inclusiva per le città del domani

Dal 18 al 20 settembre 2025, Udine Esposizioni ospiterà Accessibility for Future, l’evento internazionale dedicato all’accessibilità come leva […]

persona-con-viore-e-monitor

Le Case delle Tecnologie Emergenti a City Vision Torino

Le città intelligenti sono quelle realtà che fanno dell’innovazione e della tecnologia degli strumenti attraverso […]

Le Case delle Tecnologie Emergenti. Un modello di trasformazione intelligente per il Sud

Le città di domani si costruiscono oggi, grazie alla tecnologia e all’innovazione. Le Case delle […]

Le CTE di City Vision Milano 2025: città, salute e benessere

Dal 2019, Le Case delle Tecnologie Emergenti (CTE) finanziate dal Ministero delle Imprese e del […]

Sostenibilità al centro delle città: l’edizione 2024 degli Stati generali delle città intelligenti e il nostro impegno

Con la crescente necessità di ripensare i modelli di sviluppo urbano con un occhio alla […]

Capannori è il primo comune italiano con certificazione Zero Waste

Capannori, comune in provincia di Lucca, è diventato un case study da quando nel 2007 […]

Copenhagen, così la città premia il turismo più responsabile. Come funziona il progetto CopenPay

Un bonus su pasti e ingressi nei musei. Anzi, un premio. A Copenhagen da alcune […]

Olimpiadi a Parigi: quale sarà l’eredità dei Giochi per la città intelligente

Le Olimpiadi e le Paralimpiadi a Parigi rappresentano importanti eventi sportivi destinati a cambiare il […]

Novara città dei chip? Da Silicon Box 3,2 miliardi di investimento per un nuovo stabilimento

L’Italia insegue gli altri Paesi sull’intelligenza artificiale. Questo è un dato di fatto. Come è […]

L’AI sul Lago di Garda, così Sirmione accoglie i turisti e monitora i flussi

Con oltre 1.3 milioni di presenze nel 2023 e più di 15mila accessi all’infopoint cittadino, […]

Un progetto di

Logo 	Blum

In collaborazione con

Logo 	A2A

Partner

Logo 	Cell Nex Logo 	Movyon Logo 	Open Fiber

Con la partecipazione di

Logo 	CTE

Community Partner

Logo 	ANFOV Logo 	Assintel Logo 	Data Valley Logo 	Entopan Logo 	Europia Logo 	Fare impresa Logo 	Indig Logo 	Innovation Hub South Europe Logo 	Innovup Logo 	Living Future Logo 	Milano Smart City Alliance Logo 	Nastartup Logo 	Pa Social Logo 	Rete dei Comuni Sostenibili Logo 	SeSeiSindaco Logo 	Smart Communities Tech

Con il patrocinio di

Logo 	ANCI

PHP Code Snippets Powered By : XYZScripts.com