Cultura come ricostruzione. L’intervista a Paolo Verri (Matera 2019)
Articolo pubblicato mercoledì 06 Aprile 2022

È l’uomo dietro al successo di Matera Capitale Europea della Cultura. Paolo Verri, esperto in sviluppo urbano e grandi eventi, ha ricoperto il ruolo di direttore generale della Fondazione Matera Basilicata 2019, contribuendo a organizzare un calendario di appuntamenti non soltanto nella città dei Sassi, ma in tutti i 130 comuni della Basilicata. «In tre anni abbiamo investito 20 milioni di euro: ogni giorno c’erano dai due ai quattro appuntamenti. Siamo partiti dai neuroni collettivi e non dai mattoni». In questa intervista a City Vision, Verri ci ha offerto il suo punto di vista sulle città di oggi e di domani, su quel che occorre fare per la ricostruzione degli spazi di incontro e delle relazioni tra le persone. «Lo sviluppo culturale è la base – ha premesso. – In Basilicata non è stato concepito come leisure, come tempo libero successivo alla ricchezza». Per costruire il successo di contenuti e di posizionamento di Matera 2019 è servita programmazione. «Quando abbiamo cominciato, ormai dieci anni fa, è stata sorprendente la capacità di costruire governance urbana orizzontale. Non era apolitica: il presidente della Regione e il Sindaco hanno avuto la capacità di mettere insieme tutti. Hanno costruito una visione condivisa, che fosse vantaggiosa per Matera e il territorio».

Due anni dopo lo scoppio della pandemia, la ripresa degli eventi in presenza ha ridato linfa al settore. Le tracce di quanto vissuto, però, ancora si notano. A Verri abbiamo chiesto quale sia l’aspetto che, ad oggi, più lo colpisce delle città. «C’era già una tendenza in corso: mi riferisco alla caduta verticale dei corpi intermedi. La disaggregazione della società era molto potente e la pandemia l’ha completata. Sì, la pandemia ha completato il fenomeno di disaggregazione. L’individuo è ormai autoreferenziale e fa poco riferimento a gruppi. Ecco perché il lavoro culturale odierno comporta la ricostruzione minuziosa dal basso all’alto e dall’alto verso il basso. Intendiamoci: non si può pensare che siano soltanto le istituzioni a fare lo sforzo. Anche i cittadini vanno coinvolti».

Su City Vision raccontiamo i trend che vanno a definire i nuovi spazi urbani, dove tecnologia e intelligenza umana si incontrano per il beneficio di tutti. Secondo Paolo Verri il futuro delle città non può prescindere dai luoghi di incontro e, soprattutto, dalle occasioni pubbliche che fortificano e identificano le comunità. Gli eventi, in poche parole. «L’evento esiste nelle città occidentali da sempre – ha commentato l’esperto -. Le città sumere, egiziane, fenicie, greche e romane avevano date entro le quali succedevano cose». Fino al 2020 nessuno avrebbe messo in discussione i più grandi eventi nazionali e internazionali. Poi, uno dopo l’altro, sono stati tutti cancellati. «La pandemia ha messo in luce un tema chiave: non è un problema di risorse ma di progetto». A questo punto Verri ha individuato una lacuna che, a suo modo di vedere, pesa sullo sviluppo urbano in Italia. «Ci manca da anni un Dipartimento delle aree urbane. Ed è uno dei motivi per i quali sono scettico rispetto al PNRR per come è stato adottato: le risorse andranno a progetti scollegati tra loro. Avrei preferito un grande dibattito sui bisogni sia delle aree urbane sia delle aree interne. Purtroppo facciamo troppa progettazione e pochissima programmazione».

Come vi abbiamo raccontato su City Vision, uno dei modelli di cui più si parla per le città del futuro è quello della città dei 15 minuti. Cosa ne pensa Verri, che ha raccolto nel suo libro Il paradosso urbano – Nove città in cerca di futuro buona parte della propria esperienza in giro per il mondo? «Se c’è una cosa che l’Italia deve sviluppare, soprattutto al Sud, è aumentare la velocità della comunicazione infrastrutturale. Al tempo stesso bisogna rallentare la velocità all’interno dei vari nodi». In buona sostanza: i collegamenti tra città devono aumentare in qualità e quantità, mentre all’interno dei centri il modello va ripensato. «Le auto all’interno di quelle aree hanno senso che si muovano se a basso costo, per le popolazioni che invecchiano. Le città dei 15 minuti è ideale per la silver economy».

Sulle smart city City Vision si propone come piattaforma di notizie e di confronto tra gli amministratori, le aziende e gli esperti. Proprio in merito alla formazione nelle PA, Paolo Verri ha concluso con un auspicio. «Bisogna sviluppare la capacità di costruire comunità educanti e comprendenti. Cassa Depositi e Prestiti, per esempio, dovrebbe essere un luogo non soltanto dove si progetta, ma dove periodicamente si fanno incontrare amministratori e investitori per fare politiche. Con una visione pre competitiva. Occorre un approccio laico e, torno a ripetere, bisogna riattivare un Dipartimento aree urbane come luogo di elaborazione di pensiero sul futuro delle città con metriche condivise».

Articoli correlati

Accessibility for Future 2025: innovazione inclusiva per le città del domani

Dal 18 al 20 settembre 2025, Udine Esposizioni ospiterà Accessibility for Future, l’evento internazionale dedicato all’accessibilità come leva […]

persona-con-viore-e-monitor

Le Case delle Tecnologie Emergenti a City Vision Torino

Le città intelligenti sono quelle realtà che fanno dell’innovazione e della tecnologia degli strumenti attraverso […]

Le Case delle Tecnologie Emergenti. Un modello di trasformazione intelligente per il Sud

Le città di domani si costruiscono oggi, grazie alla tecnologia e all’innovazione. Le Case delle […]

Le CTE di City Vision Milano 2025: città, salute e benessere

Dal 2019, Le Case delle Tecnologie Emergenti (CTE) finanziate dal Ministero delle Imprese e del […]

Sostenibilità al centro delle città: l’edizione 2024 degli Stati generali delle città intelligenti e il nostro impegno

Con la crescente necessità di ripensare i modelli di sviluppo urbano con un occhio alla […]

Capannori è il primo comune italiano con certificazione Zero Waste

Capannori, comune in provincia di Lucca, è diventato un case study da quando nel 2007 […]

Copenhagen, così la città premia il turismo più responsabile. Come funziona il progetto CopenPay

Un bonus su pasti e ingressi nei musei. Anzi, un premio. A Copenhagen da alcune […]

Olimpiadi a Parigi: quale sarà l’eredità dei Giochi per la città intelligente

Le Olimpiadi e le Paralimpiadi a Parigi rappresentano importanti eventi sportivi destinati a cambiare il […]

Novara città dei chip? Da Silicon Box 3,2 miliardi di investimento per un nuovo stabilimento

L’Italia insegue gli altri Paesi sull’intelligenza artificiale. Questo è un dato di fatto. Come è […]

L’AI sul Lago di Garda, così Sirmione accoglie i turisti e monitora i flussi

Con oltre 1.3 milioni di presenze nel 2023 e più di 15mila accessi all’infopoint cittadino, […]

Un progetto di

Logo 	Blum

In collaborazione con

Logo 	A2A

Partner

Logo 	Cell Nex Logo 	Movyon Logo 	Open Fiber

Con la partecipazione di

Logo 	CTE

Community Partner

Logo 	ANFOV Logo 	Assintel Logo 	Data Valley Logo 	Entopan Logo 	Europia Logo 	Fare impresa Logo 	Indig Logo 	Innovation Hub South Europe Logo 	Innovup Logo 	Living Future Logo 	Milano Smart City Alliance Logo 	Nastartup Logo 	Pa Social Logo 	Rete dei Comuni Sostenibili Logo 	SeSeiSindaco Logo 	Smart Communities Tech

Con il patrocinio di

Logo 	ANCI

PHP Code Snippets Powered By : XYZScripts.com