La smart city asiatica, tra lampioni multiuso, distopie e città a prova di Covid
Articolo pubblicato domenica 22 Novembre 2020

Un QR Code verde, giallo o rosso che – sulla base dell’elaborazione di dati personali sensibili – decide se a un cittadino è consentito o vietato l’accesso a uno spazio urbano come un mercato, un edificio o una stazione della metropolitana. Una sorta di semaforo ipertecnologico collegato a una app, che ogni cittadino deve installare obbligatoriamente nel proprio smartphone: si chiama Alipay Health Code il volto più avanzato – e inquietante – della smart city cinese.

Descritto in un articolo di marzo 2020 del New York Times, questo sistema è stato adottato inizialmente nella città di Hangzhou, e poi in gran parte del Paese, ed è parte integrante della strategia post-lockdown del gigante asiatico, che stando ai numeri ufficiali è riuscito a tenere sotto controllo la pandemia da Covid-19, evitando la seconda ondata di contagi che ha invece sorpreso l’Europa e permettendo così all’economia di tornare a crescere.

In Corea del Sud e a Singapore l’app di tracing è obbligatoria

Un presente dominato da una tecnologia pervasiva, dunque, che se da un lato garantisce apparentemente grande efficienza, dall’altro assume i contorni inquietanti di una distopia in cui l’autorità è in grado di controllare la mobilità degli individui nel dettaglio, grazie a un uso assai disinvolto dei dati personali. Una realtà esistente nella Cina del partito unico al potere, ma che con sfumature diverse si ripresenta in altri Paesi asiatici caratterizzati da megalopoli ipertecnologiche.  È il caso della Corea del Sud e di Singapore dove durante la prima ondata di contagi l’installazione di app di contact tracing è stata resa obbligatoria per i cittadini, e non facoltativa come in Italia e nei Paesi occidentali. Proprio questa prassi – insieme ad altri fattori sanitari, politici e sociali – ha permesso a quegli stati dell’Asia di controllare di più la diffusione del virus, ma al prezzo di scavalcare ampiamente i confini della privacy.

Proprio Singapore è risultata al primo posto nell’indagine Smart City Index 2020, basata su un questionario diffuso tra i cittadini per stabilire quanto essi percepiscano d vivere in un contesto urbano “smart”. Lo studio, disponibile a questo link, è stato promosso da IMD – Institute for Management Development, in collaborazione con SUTD – Singapore University for Technology and Design.

Il cuore dell’intelligent city cinese? I lampioni

Per quanto riguarda la Cina, le app per il tracing sono solo uno dei tasselli di un mercato delle tecnologie smart per le città che appare in pieno sviluppo. E che sicuramente è interessante osservare, visto che l’enorme sviluppo urbano della Cina contemporanea ci pone di fronte a scenari inediti, che anche l’Europa potrebbe vivere nel futuro. Secondo stime citate da ING, infatti, il mercato delle tecnologie per “smart city” in Cina vale 181 miliardi di Yuan cinesi nel 2020, pari allo 0,18% del PIL, ma crescerà fino allo 0,3% del PIL nel 2025. Al cuore di questo mercato ci sono… i lampioni. Le “smart street lights” installate a milioni nelle metropoli cinesi infatti, oltre ad illuminare le vie, accentrano diverse funzioni: telecamere di sorveglianza, gestione del traffico, raccolta di dati sul meteo, hotspot per il wifi, punti di ricarica per veicoli elettrici e, integrandosi con la tecnologia 5G, sistemi di sensoristica per le auto a guida autonoma.

Xiong’an New Area, il quartiere “a prova di pandemia”

E se la megalopoli Shenzen – 12 milioni di abitanti e fulcro dell’industria tecnologica – è ritenuta da ING la più matura tra le smart city del Sud Est asiatico, il governo cinese ha elaborato un grandioso progetto pensato per allentare la pressione demografica su Pechino, che di milioni di abitanti ne conta ben 21. Xiong’an New Area è il nome dalla new town che sorgerà un centinaio di chilometri a sud della capitale, e che dovrebbe entrare a regime nel 2035. Integrazione “nativa” con la tecnologia 5G, rete efficiente di trasporti pubblici e natura: questi gli ingredienti della futura città, che sarebbe anche dotata di quartieri “a prova di pandemia”, ovvero con grandi terrazze, ampi spazi per lavorare da casa, grandi stampanti 3D condivise con cui i cittadini potranno produrre risorse localmente anche nei periodi di lockdown. Nella progettazione è stato coinvolto lo studio Guallart Architects, con sede a Barcellona, che proprio durante il lockdown di primavera 2020 ha elaborato questa innovativa concezione urbana.

Articoli correlati

Accessibility for Future 2025: innovazione inclusiva per le città del domani

Dal 18 al 20 settembre 2025, Udine Esposizioni ospiterà Accessibility for Future, l’evento internazionale dedicato all’accessibilità come leva […]

persona-con-viore-e-monitor

Le Case delle Tecnologie Emergenti a City Vision Torino

Le città intelligenti sono quelle realtà che fanno dell’innovazione e della tecnologia degli strumenti attraverso […]

Le Case delle Tecnologie Emergenti. Un modello di trasformazione intelligente per il Sud

Le città di domani si costruiscono oggi, grazie alla tecnologia e all’innovazione. Le Case delle […]

Le CTE di City Vision Milano 2025: città, salute e benessere

Dal 2019, Le Case delle Tecnologie Emergenti (CTE) finanziate dal Ministero delle Imprese e del […]

Sostenibilità al centro delle città: l’edizione 2024 degli Stati generali delle città intelligenti e il nostro impegno

Con la crescente necessità di ripensare i modelli di sviluppo urbano con un occhio alla […]

Capannori è il primo comune italiano con certificazione Zero Waste

Capannori, comune in provincia di Lucca, è diventato un case study da quando nel 2007 […]

Copenhagen, così la città premia il turismo più responsabile. Come funziona il progetto CopenPay

Un bonus su pasti e ingressi nei musei. Anzi, un premio. A Copenhagen da alcune […]

Olimpiadi a Parigi: quale sarà l’eredità dei Giochi per la città intelligente

Le Olimpiadi e le Paralimpiadi a Parigi rappresentano importanti eventi sportivi destinati a cambiare il […]

Novara città dei chip? Da Silicon Box 3,2 miliardi di investimento per un nuovo stabilimento

L’Italia insegue gli altri Paesi sull’intelligenza artificiale. Questo è un dato di fatto. Come è […]

L’AI sul Lago di Garda, così Sirmione accoglie i turisti e monitora i flussi

Con oltre 1.3 milioni di presenze nel 2023 e più di 15mila accessi all’infopoint cittadino, […]

Un progetto di

Logo 	Blum

In collaborazione con

Logo 	A2A

Partner

Logo 	Cell Nex Logo 	Movyon Logo 	Open Fiber

Con la partecipazione di

Logo 	CTE

Community Partner

Logo 	ANFOV Logo 	Assintel Logo 	Data Valley Logo 	Entopan Logo 	Europia Logo 	Fare impresa Logo 	Indig Logo 	Innovation Hub South Europe Logo 	Innovup Logo 	Living Future Logo 	Milano Smart City Alliance Logo 	Nastartup Logo 	Pa Social Logo 	Rete dei Comuni Sostenibili Logo 	SeSeiSindaco Logo 	Smart Communities Tech

Con il patrocinio di

Logo 	ANCI

PHP Code Snippets Powered By : XYZScripts.com