Smart city, che cosa ne pensano gli italiani?
Articolo pubblicato giovedì 28 Aprile 2022

Come piattaforma di notizie e di eventi, City Vision contribuisce ad alimentare il dibattito sulle smart city in Italia. Le città intelligenti oggi non sono contesti futuristici, ma realtà urbane dove tecnologia, sostenibilità e utilizzo dei dati facilitano la vita dei cittadini, contribuendo a rafforzare la fiducia nelle istituzioni e nella loro capacità di risolvere i problemi. Di recente Intel ha fatto condurre un sondaggio, realizzato in collaborazione con Pepe Research, dal titolo “Italiani e smart city”, dal quale emergono informazioni incoraggianti rispetto alle esigenze, così come evidenti gap tra i territori. Il 60% degli intervistati ha detto che sarebbe disposto a trasferirsi in una città intelligente, se fosse presente nella propria regione. Milano, come prevedibile, rappresenta la città più associata al trend. Con una scala da 1 a 10 soltanto le prime tre realtà (Milano, Bologna e Padova) hanno ottenuto la sufficienza. Nella top 10 sono presenti in ordine Firenze, Torino, Bari, Catania, Napoli, Genova e Roma. “Sostenibilità ambientale, sicurezza della città, efficienza energetica e mobilità intelligente – si legge nello studio ricchissimo di dati che City Vision ha potuto visionare – sono le dimensioni ritenute più importanti per le città del futuro”.

Il decennio in corso sembrerebbe essere decisivo agli occhi del campione intervistato per la trasformazione della propria città. Ad oggi appena il 13% degli intervistati ha dichiarato di vivere in una città che percepisce come smart city. Il 68% è d’altra parte convinto che il proprio comune lo diventerà da qui al 2030. Con City Vision parleremo il 20 maggio, a Venezia, di uno dei temi che più determineranno il cambiamento delle città, ovvero quello legato all’energia. Per iscriversi all’evento digitale di City Vision Talk Energia basta visitare questa pagina.

Tornando allo studio di Intel sul legame tra italiani e smart city, è emerso che il 79% delle persone si è dichiarato a favore dello smart working, modalità di lavoro che si è affermata in maniera netta dal 2020 in poi. Tutto questo ha un evidente impatto sulle città, grandi o piccole che siano, e sulle capacità di accogliere i lavoratori in maniera agile, con servizi all’altezza (dai coworking agli investimenti sulla banda larga). «Le città moderne crescono rapidamente – ha dichiarato Andrea Toigo, EMEA IoT Manager di Intel -, con un 55% della popolazione mondiale che vive in una città e una crescita prevista del 13% entro il 2050. Le città vivono la sfida di fornire servizi di migliore qualità e più sostenibili, di migliorare la sicurezza pubblica, di affrontare problematiche ambientali e di promuovere l’economia locale. Per ottenere tutto questo si guarda a soluzioni tecnologiche».

Smart city non significa soltanto grandi città: anche i piccoli centri possono crescere in questo senso. Lo studio ha evidenziato che il 51% del campione ritiene che l’evoluzione smart di un paese passi da un efficiente trasporto pubblico e da collegamenti migliori con le aree vicine; segue, con il 42%, chi chiede investimenti sulle infrastrutture tecnologiche per accelerare la trasformazione digitale anche sui territori. Infine la ricerca ha anche elencato gli elementi che più vengono associati all’idea di smart city negli italiani: si va dallo smart government (altro tema che affronteremo a City Vision Talk a Ivrea in giugno) alla mobilità e all’attenzione agli utenti attivi come pedoni e ciclisti.

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